Quello di Conte, Salvini e Di Maio è il governo della decrescita felice, dicono Alberto Alesina e Francesco Giavazzi, con il progetto nemmeno celato di un “piccolo paese da mondo antico” mentre è solo con la crescita che si possono migliorare le condizioni di chi sta meno bene.
Un interessante articolo apparso sul Corriere della Sera a firma dei due illustri professori è sostanzialmente uno sfogo contro un governo che vive di mera apparenza e che rema contro quella parte di Italia che non si è arresa e continua a produrre innovazione e ricchezza.
quale è il modello di Paese che Lega e M5S ci prospettano? […]
il modello da «piccolo mondo antico», un Paese con i negozi chiusi la domenica, dove le famiglie in cui entrambi i genitori lavorano fanno di nuovo fatica a gestire i loro tempi: certo, nel «piccolo mondo antico» le donne non lavoravano. Un Paese con una linea aerea di nuovo di proprietà dello Stato e protetta dalla concorrenza, così che torneremo ai tempi quando volare da Bologna a Londra costava l’equivalente di 500 euro, tariffe che solo i ricchi potevano permettersi. Magari con una nuova lira svalutata, con la quale fuori d’Italia si riuscirà ad acquistare ben poco. Un Paese che anziché aiutare le aziende a crescere punisce quelle che cercano di diventare globali aprendo impianti in giro per il mondo. Un Paese che non riesce a capire che il lavoro si è trasformato e che penalizza la flessibilità con il risultato di distruggere posti di lavoro, spacciando per «dignità» disoccupazione e reddito di cittadinanza invece che cercare nuove forme di impiego che stiano al passo dei tempi. […] Avete mai sentito il ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, menzionare la ricerca come motore della crescita? Un Paese che ha paura di grandi investimenti in infrastrutture. Le infrastrutture non sono la panacea a cui inneggia incondizionatamente chi vuole sempre e comunque più spesa pubblica. Ma qualche nuova infrastruttura serve (ricordiamoci la Gronda di Genova): il «no» a tutto non ha senso. Un Paese che per incompetenza e arroganza di chi lo governa fa fallire una buona soluzione per l’Ilva di Taranto e rischia di lasciare a casa i sui 12 mila dipendenti.
Il Paese della «decrescita felice» quando invece è solo con la crescita che si possono migliorare le condizioni di chi non ha un reddito adeguato, […]
Un Paese che preferisce Stati illiberali come l’Ungheria di Orbán e la Russia di Putin alla Merkel e a Macron. Se dopo le elezioni europee della prossima primavera l’Unione si sgretolasse, come Di Maio e Salvini apertamente si augurano, ci avvicineremo inevitabilmente a quei Paesi dell’Est. Il ministro Savona già invoca Putin come il nostro salvatore nel caso ci fosse una crisi del debito. Abbiamo evitato l’Unione Sovietica ai tempi del Partito comunista negli anni 50, ora potremmo ritrovarci sotto l’influenza della sua discendente diretta, la Russia di Putin.
Tutto questo non serve, serve un governo che aiuta e smussa gli angoli, spinge e non ostacola, stimola e non soffoca, dialoga e non si scontra. Questo vorrebbe l’Italia che non si è arresa alla crisi e la cui economia si sta riprendo a fatica.ù
(Clicca qui per leggere l’intero articolo di Alesina e Giavazzi sul Corriere della Sera)