Grande preoccupazione per il manufatturiero in Friuli Venzia Giulia è stata espressa dal segretario della Cisl-Fvg Alberto Monticco:

«Lo scarto tra le grandi imprese e quelle di piccole dimensioni si allarga sempre di più e su questo andrà senz’altro aperto un ragionamento, che deve vedere assieme istituzioni, parti sociali e datoriali. Se fortunatamente imprese come Fincantieri oggi registrano carichi di lavoro da record, dall’altra parte esistono realtà, altrettanto importanti per il territorio, ma in forte sofferenza».

Il riferimento di Monticco è per realtà quali ad esempio: Sertubi, Flextronics, Giulia, Latterie Carsiche, gruppo metalmeccanico Sassoli di Pordenone, Acciaieria Fonderia Cividale di Udine, Pilosio di Tavagnacco, di cui la recente notizia di un grosso numero di dipendenti posti in cassa integrazione straordinario (clicca qui per il relativo articolo del Gazzettino dello scorso febbraio)

«Sono imprese – commenta Monticco – non solo straordinarie sotto il profilo delle potenzialità, ma anche fondamentali per il nostro tessuto produttivo, che pagano lo scotto della crisi e della concorrenza giocata sui prezzi. Se sommiamo i lavoratori del manifatturiero che oggi vedono vacillare il loro posto di lavoro arriviamo a un numero preoccupante: circa 92.000! Alla fine del 2015 erano 43.000 le persone in cerca di occupazione, con una crescita dei disoccupati di lunga durata, specialmente donne, altri 39.000 i neet e circa 10.000 i lavoratori che in questo momento operano in aziende in crisi.
La Regione deve scendere in campo per assicurare gli interventi strutturali e necessari a consentire occasioni di sviluppo al manifatturiero. Il Rilancimpresa va in questa direzione, ma deve accelerare per ottenere in tempi rapidi i risultati necessari. Altrimenti sarà tardi.  Va rafforzata la politica industriale del Fvg prevedendo un assessorato specifico; bisogna accelerare sulle infrastrutture, a partire dall’intermodalità; va creato un sistema che coniughi ricerca e produzione, ma soprattutto valorizzato quanto di buono già esiste sul territorio, quelle imprese, che messe a sistema o inquadrate in filiere produttive percorribili, possono tornare ad essere competitive».

pilosio

Immagine esterna della Pilosio di Tavagnacco, una delle eccellenze friulane, che però ha recentemente messo in cassa integrazione oltre 100 dipendenti

Per Monticco, creare un sistema di indotto intorno alle grandi aziende non è una cosa facile ma nemmeno impossibile:

«certo servirà potenziare la rete infrastrutturale e capire quali sono le aree e le filiere di sviluppo per cogliere le opportunità: le riparazioni navali, con annesse attività di lavorazione e componentistica, potrebbero essere un altro retro-bottega da costruire?».