La Croce Rossa di Udine ha presentato un bilancio con oltre 4 milioni di attivo, grazie ad un “fatturato” in grande crescita rispetto all’anno precedente, praticamente raddoppiato, frutto in gran parte della gestione dei migranti ospiti della struttura nella ex caserma Cavarzerani di Udine, che da solo ha generato un volume d’affari di circa 10.000.000 di euro nel 2o16.
Il “business dei migranti” rende bene dunque?
Il bilancio del Comitato provinciale di Udine della Croce Rossa conferma che somme di denaro importanti girano intorno al mondo dell’accoglienza dei profughi, fatto che probabilmente non è una novità per nessuno.
Più interessante, analizzando questi dati, è invece osservare l’utile che la Cri di Udine è riuscita a totalizzare e questo dimostra che i margini di guadagno degli appalti che vengono indetti per la gestione dei migranti sono elevati, a dispetto del fatto che molti soggetti privati vincitori di appalti cerchino invece di negarlo.
Molte cooperative private, spesso colluse con l’amministrazione pubblica se non peggio, hanno infatti intascato milioni di euro per la gestione di questi servizi, senza aver alcuna vergogna di arrotondare in varie turpi maniere o di fornire servizi al di sotto della dignità umana per i loro ospiti.
Il caso di Udine, a parte confermare l’esistenza di un cospicuo margine di guadagno e che la gestione dei migranti ha evidentemente la connotazione di un redditizio business, è comunque un caso virtuoso perché nella caserma Cavarzerani, a dispetto della presenza di centinaia di stranieri (in un numero oscillante tra i 600 e gli 800) la gestione è stata, in comparazione con strutture di simili dimensioni, esemplare.
L’avanzo di bilancio della Cri (frutto comunque anche della altre attività svolte, tra cui ovviamente l’appalto dei servizi di ambulanza) ora verrà reso utili alla collettività e c’è da sperare che ciò avvenga con la stessa efficienza dimostrata nella gestione della Cavarzerani.
Il presidente Sergio Meinero ha infatti dichiarato che : “Sono fondi che provengono al territorio e al territorio devono tornare”.
Alcuni progetti di reimpiego delle risorse esistenti verranno proposti all’assemblea dei soci, organo che dovrà esprimere la decisione finale, con l’auspicio che l’occasione di un investimento utile a favore del territorio venga colta con lungimiranza.