Contrastare la disoccupazione e la delocalizzazione delle industrie e dei posti di lavoro innalzando le frontiere commerciali, è la tentazione in cui cadono molti, tra cui nientemeno che Trump o Salvini e i rispettivi sostenitori.
L’argomentazione ha facile presa sulla popolazione nonostante gli economisti tentino di spiegare con le loro teorie il cattivo funzionamento a lungo termine delle misure protezionistiche.
Nella foto qui sotto ecco una classifica recentissima pubblicata dal World Economic Forum, che mette in ordine gli stati in base al grado di maggiore facilità di commercio internazionale, ovvero in base al minor grado di protezionismo.
Primeggiano Singapore e Hong Kong in Asia, mentre in Europa troviamo Lussenburgo, l’Olanda, la Germania, i paesi nordici quali Finlandia e Svezia.
Guarda caso, tutti paesi con grande sviluppo economico e bassissima disoccupazione…
I fatti confermano la teoria e danno torto ai semplicistici.

Classifica degli stati MENO PROTEZIONISTICI al mondo