Si dimette la metà dei componenti della commissione edilizia del Comune di Udine, un forte atto di protesta dopo che il Comune non ha tenuto conto delle loro considerazioni negative sul progetto di riqualificazione del palazzo ex Upim ad opera della Rizzani de Eccher.
I dimissionari sono gli architetti Simonetta Daffara e Giovanni Vragnaz e l’ingegner Claudio Donada.
Per il momento, restano in carica il geometra Gianni D’Aronco, l’architetto Stefano Carlutti rappresentante della Consulta dei disabili e il docente universitario, Gaetano Russo.
I professionisti dimissionari hanno riferito che la decisione è nata dal fatto che i pareri da loro espressi su elaborati già approvati dalla Soprintendenza sono stati disattesi dall’amministrazione e quindi di fatto il lavoro si è dimostrato inutile.
La commissione edilizia è quindi decaduta per mancanza del numero legale.
«È venuto a mancare il reciproco rapporto di fiducia» ha dichiarato l’architetto Daffara, mentre l’architetto Vragnaz ha rimarcato «l’indifferenza della città e delle sue forze intellettuali e politiche di fronte a un tema così cruciale per la sua identità e immagine futura».
L’ingegner Donada, invece, parla di criteri architettonici che «sembrano assumere valenze diverse in funzione della committenza proponente».
Questo ultimo punto ovviamente è destinato a scatenare la polemica, perchè fa riferimento diretto all’eventuale peso specifico del proponente privato del progetto, che nel caso dell’ex Palazzo Upim in pieno centro a Udine è la Rizzani De Eccher.
Rigirando il coltello della polemica nella piaga, l’architetto Daffara ha fatto anche riferimento al fatto che il Comune ha scelto di non sottoporre al parere della stessa Commissione i progetti delle principali opere pubbliche, tra cui la sistemazione di piazza XX Settembre, la pavimentazione di via Mercatovecchio e il recupero dell’ex macello: «mostrando così di non tenere in alcun conto la competenza dei suoi componenti, ma anche e soprattutto di voler svuotare di ogni valore il nostro parere su aspetti formali e contestuali resi su alcuni importanti interventi privati in centro storico, facendolo precedere, anziché seguire, dal parere della Soprintendenza».

Rendering per l’ex Palazzo Upim
La trafila per il rifacimento dell’ex palazzo Upim ha invece avuto più fasi. Un primo progetto, presentato dal noto architetto Rafael Moneo fu bocciato dalla Soprintendenza senza che fosse richiesto il parere della Commissione edilizia» mentre il nuovo progetto ex Upim approvato dalla Soprintendenza a febbraio è giunto in Commissione solo a maggio.
Dopo tre audizioni con i progettisti, la Commissione ha espresso parere negativo. L’architetto Daffara, entrando nel particolare ha concluso molto duramente:
«L’edificio proposto è stato valutato nella sua totalità inadatto e improprio nella relazione con la particolare e preziosa collocazione che viene ad avere, approvando un intervento del tutto estraneo ai caratteri del contesto, quale quello dell’ex Upim, si è creato un precedente, aprendo la strada a ulteriori legittime richieste di deroga che nemmeno dovrebbero attraversare l’iter di un parere preventivo in Commissione. Non si può presupporre di usare due pesi e due misure in virtù del diverso peso economico e/o politico dei richiedenti».