Un ambizioso progetto di integrazione interesserà nei prossimi anni il sistema logistico del Friuli Venezia Giulia. Si legge infatti nel piano operativo triennale dell’Autorità di sistema portuale dell’Adriatico orientale che l’integrazione operativa del porto di Monfalcone avverrà presumibilmente nel corso del 2018.
Si tratterà di un primo passo in attesa della futura integrazione di Porto Nogaro nel del sistema. Il piano precisa anche che: «Nel momento in cui si avvierà l’unicità di “governance” e sarà iniziato il percorso di accentramento delle competenze presso l’Autorità di sistema, anche in relazione alle infrastrutture si dovranno individuare le forme per un utilizzo integrato e unitario delle aree e per una gestione ottimizzata delle banchine, anche in rapporto all’operatività delle imprese».
Sarà quindi necessario «definire i modi dell’accorpamento di aree attualmente divise fra pluralità di soggetti, risolvere le attuali differenze fra regime demaniale e regime di gestione regionale, a partire dalle questioni relative alle regole per le autorizzazioni alle imprese»
Il passaggio del porto di Monfalcone sotto il coordinamento di Trieste è stato in realtà statuito dalla legge nazionale di riforma dei porti, ma il piano dell’autorità portuale pare cogliere l’occasione di estendere anche al resto del territorio regionale la filosofia dell’integrazione di sistema.
L’obiettivo è infatti integrare l’area del Friuli «in un quadro di sistema territoriale», un obiettivo che finora non è stato perseguito in parte per ragioni «campanilistiche». L’obiettivo sarà dunque la creazione di un sistema con gli interporti friulani. Si legge infatti nel piano: «Nell’ottica della creazione di valore logistico per il bacino regionale, uno degli strumenti che l’Autorità è intenzionata a sviluppare è la realizzazione di un sistema integrato di servizi ferroviari, da attestare fra i porti e le piattaforme intermodali (interporti) già presenti sul territorio regionale, i quali costituiscono un potenziale infrastrutturale di eccellente livello. Adriafer (la compagnia ferroviaria, ndr) ha infatti concluso la procedura di certificazione come impresa ferroviaria per operare su diverse tratte sul territorio regionale, compresa quella fra i porti di Trieste e Monfalcone e l’Interporto di Cervignano del Friuli, infrastruttura che potrebbe costituire un portale nodale del sistema delle relazioni fra porti e cuore del territorio regionale».
L’obiettivo, dunque, è un sistema logistico integrato incardinato sui quattro’interporti: Cervignano, Gorizia, Fernetti e Pordenone. Per realizzarlo, spiega sempre il piano, serviranno «la disposizione di un sistema coordinato, sul piano tecnico e commerciale, di servizi ferroviari integrati su tutto il sistema, realizzati sotto il controllo dell’unica impresa di servizi ferroviaria portuale, la valutazione interistituzionale ed eventualmente l’avvio di un percorso rivolto ad un maggiore coordinamento gestionale degli interporti regionali, esteso a funzioni ulteriori rispetto al puro ambito dei servizi ferroviari di collegamento».
I presupposti teorici sono dunque buoni e pare che finalmente si cominci a comprendere che la frammentazione e il nanismo sono peculiarità negative che devono essere superate, specie in un settore come quello della logistica, che si confronta sullo scenario globale.
(immagine di anteprima, Carlo Domenici “scaricatori di porto”)