Il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta è intervenuto sulla polemica nata dalla diffusione della notizia che secondo dell’Agenzia delle Entrate, i risarcimenti ai soci liquidati dalla Banca Popolare di Vicenza a parziale risarcimento delle perdite sarebbero stati da tassare come redditi diversi.

 

Baretta, interpellato in merito, ha affermato tassativamente che nè l’Agenzia delle Entrate centrale di Roma nè la direzione veneta hanno mai rilasciato questo tipo di parere e che dunque nel caso della banca vicentina, come del resto in quelli della Banca Veneto e Banca Etruria e simili, i rimborsi parziali sono da considerarsi ininfluenti sul reddito dei beneficiari.

 

In effetti il provvedimento citato dai giornali (interpello 907-65 del 2017) non risulta ad oggi (24 maggio) pubblicato sull’aggiornatissimo sito web dell’Agenzia delle Entrate che pure pubblica una risoluzione avente la data odierna.

 

Dunque non è chiaro se la notizia pubblicata dai giornali lo scorso 21 maggio 2017 (clicca qui per consultare l’articolo apparso sul Messaggero Veneto) sia stata una classica bufala o se ci sia stato un immediato dietrofront dell’Agenzia delle Entrate in seguito all’interessamento del Ministero.

 

Il risarcimento parziale ha interessato 66.712 soci della Banca Popolare di Vicenza, i quali hanno aderito ad una proposta transattiva e acconsentito, in cambio di un rimborso quantificato in euro 9 per ogni azione posseduta, a rinunciare ad ogni ulteriore azione legale o pretesa.

 

Dal momento che la gran parte dei soci aveva in carico le azioni a cifre ben superiori (sino a 62 euro ad azioni) sarebbe stato illogico che il rimborso ottenuto ad un valore di euro 9 per azione invece di generare una minusvalenza potesse addirittura portare a formare reddito tassabile.