Medici senza frontiere ha pubblicato un rapporto inerente la cosiddetta tratta “mediterranea” percorsa dai migranti, laddove si evince che il 2016 ha il primato dei decessi, riuscendo a superare la cifra dei 4.000, in crescita rispetto al 2015 e che supera anche la statistica del 2014, come si può vedere qui sotto.

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All’aumento dei decessi in mare, si accompagna l’aumento dei soccorsi, che nel 2016 a sua volta raggiunge il numero record di oltre 173.000. L’analisi dei numeri di questo fenomeno porta a confermare una tesi che forse era possibile già formulare anche con la logica:

LE MISSIONI DI SALVATAGGIO POSTE IN ESSERE NEL MEDITERRANEO NON PORTANO CHE ALL’AUMENTO DELLE MORTI IN MARE

Le varie grandi missioni pianificate a partire da “Mare Nostrum” dalla Comunità Europea e dall’Italia, con pattugliamenti e salvataggi spinti fin quasi sulle coste libiche o nordafricane, non portano affatto alla salvezza dei migranti, bensì aumenta il loro numero e fatalmente il numero dei decessi.

Se infatti gli organizzatori di queste terrificante traversate possono contare su un probabilissimo salvataggio a poche miglia dalla partenza (il tasso di morte del 2% circa è tremendo dal punto di vista umano, ma nell’ottica dei trafficanti si parla di un 98% di successi, dunque un’attività imprenditoriale piuttosto sicura)  possono ridurre il costo del viaggio a cifre veramente basse e quindi aumentare e rendere accessibile la traversata ad un  numero sempre maggiore di aspiranti migranti.

Bastano 500/700 dollari per partire.

Una cifra ben accessibile e che quindi porta il fenomeno a crescere in termini assoluti, portando in finale all’aumento dei decessi (oltre che ovviamente a quello, per noi comunque problematico, degli arrivi).

Preme RIPORTARE QUI DUE VERITA’ SPESSO TACIUTE DAI MEDIA, e che è necessario conoscere per poter comprendere il fenomeno:

1: NON E’ ASSOLUTAMENTE VERO CHE AI TRAFFICANTI NON INTERESSA SE I MIGRANTI ARRIVANO A DESTINAZIONE. Il “contratto” (se così si può dire) che viene normalmente stipulato tra trafficanti e migranti (o meglio con i familiari di questi) prevede quasi sempre una sorta di assicurazione contro il mancato arrivo. In sostanza se il migrante sparisce tra i flutti del Mediterraneo, il trafficante restituisce parte della somma pagata alla famiglia. Dunque è interesse del trafficante che il viaggio giunga a destinazione. Il che non significa che ovviamente il migrante viaggi in sicurezza, ma va da sè che un successo dell’operazione vicino al 98% come riportato dalla statistica di Medici Senza Frontiere, è tutto sommato un ottimo compromesso per l’attività di criminale di questi individui.

2: GLI SCAFISTI NON ESISTONO. Non siamo ai tempi delle traversate dell’Adriatico fatte dagli scafisti albanesi, in cui di fatto gli scafisti portavano le persone in Puglia e poi tornavano indietro per ripartire il giorno dopo. Qui i trafficanti veri sono al sicuro e molto lontano dalle coste da cui partono i poveracci. Anche i loro incaricati stanno ben lungi da trovarsi a bordo delle barche al momento dell’arrivo delle nostra Guardia Costiera. Alcuni di loro riempono la barca di persone, poi la fanno uscire dal porto e quindi abbandonando la stessa a bordo di motoscafi che presto rientrano in “sede”. Ad uno dei migranti è affidato un telefono satellitare con cui chiamare i soccorsi che quando arrivano trovano SOLO  e SOLTANTO i fruitori del servizio, da soccorrere se non sono nel frattempo affondati… Questa è la norma, dunque il soccorso non porta ad arresti o a individuare nessuno dei responsabili.

Ne consegue che ORGANIZZARE SOCCORSI IN MARE AIUTA I TRAFFICANTI E AUMENTA I FLUSSI DEI MIGRANTI E DI CONSEGUENZA LE MORTI NEL MEDITERRANEO. Questo perchè rende il trasporto più economico e dunque accessibile a più larghe fette della popolazione.

Il Cavaliere Blu – RobinUd

 

opera di street art di STMTS

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