Il Ministro Di Maio ha dichiarato con soddisfazione che il Reddito di Cittadinanza e Quota 100 costeranno qualche milione in meno e che quindi avanzerà qualche spicciolo: una sorta di “risparmio”.
Il tono ottimista del ministro è ovviamente fuori luogo, perché il “risparmio” nasce da un trucco di bilancio, nel quale erano state gonfiate le due voci corrispondenti alle riforme più caratterizzanti delle forze di Governo, in modo da poter poi far risultare qualche milione da poter spendere liberamente in un secondo momento.
L’editoriale pubblicato dell’Istituto Bruno Leoni si intitola felicemente Ego te baptizo piscem perché trova un’analogia tra la mossa del Ministro Di Maio e il noto accadimento biblico, con una grossa differenza: la moltiplicazione del ministro pentastellato funziona solo a parole, nei fatti i soldi sono debito puro, altro che risparmio!!
Ecco alcuni passaggi dell’editoriale uscito sul sito dell’Istituto Bruno Leoni:
Sono anni che ci scervelliamo su come risparmiare soldi pubblici, e finalmente il governo ha trovato l’uovo di colombo. Basta dichiarare e appostare (in deficit) un fabbisogno superiore di risorse per poi dire, una volta verificato che ne servano di meno, che si è trovato un tesoretto. […]I bilanci non possono essere fatti di inganni linguistici: che RdC e quota 100 non costino quel che si pensava non vuol dire che generino risparmi. L’uso del termine «avanzare» genera invece l’equivoco che ci sia un surplus di bilancio.Le parole dovrebbero essere importanti, specialmente in un discorso pubblico contaminato da un doloso uso distorto dei vocaboli. […]
Il tempo degli inganni linguistici durerà finché l’opinione pubblica si accontenterà delle parole. Prima ci si accorgerà che non basta battezzare la carne in pesce per poterla mangiare di venerdì, prima i governanti saranno costretti a chiamare le cose col loro nome e prima, forse, potremo tornare a ragionare sui problemi del nostro Paese.