La maggioranza al governo è immobile da mesi… Salvini e Di Maio stanno in realtà andando verso l’obiettivo di lungo termine di un grande “Partito della Nazione”? Lo ipotizza Michele Boldrin analizzando l’apparente stallo in cui il governo giallo-verde si trova.
Secondo Boldrin il governo attuale durerà a lungo, sia per ragioni di interesse a breve termini dei leader, sia perché l’alleanza tra M5S e Lega raccoglie le istanze e i pilastri “culturali” maggiormente condivisi dal popolo italiano, ovvero:
- Nazionalismo ideologico
- Socialismo economico
- Populismo politico
- Moralismo cattolico
Mentre infatti Salvini e Di Maio “acquisiscono supporto a botte di propaganda ed incamerano potere reale” sta avvenendo il normale e lungo assestamento nei rapporti fra il nuovo potere politico e quello burocratico che invece proviene dal vecchio status quo.
Boldrini è durissimo sullo stato attuale delle cose:
Nessuna sorpresa: la previsione era, appunto, di un governo d’arraffatori di potere, redditi e prebende per se stessi, amici e familiari: l’operazione è ancora in corso e durerà a lungo. Faranno la “Finanziaria” perché bisogna e la faranno Tria ed i funzionari del Tesoro (…) . Al momento hanno un appoggio attorno al 30% a testa. Il M5S sa di poter pescare nell’elettorato di sinistra del PD ed in Leu, anche se le sparate razziste qui non li aiutano. Hanno quasi fatto il pieno ed il 35-40% sarebbe possibile solo se convincessero buona parte degli astenuti “sfiduciati” che vale la pena votare M5S, cosa improbabile visto che ogni giorno che passa perdono credibilità come “rinnovatori”. Questo implica che, anche se vincessero, non avrebbero una maggioranza forte abbastanza. Idem per Salvini che deve finire l’opera di assorbimento del circo Meloni e di ciò che resta di Forza Italia.
Ciò che però spaventa maggiormente Boldrin (clicca qui per leggere l’articolo su Noisefromamerika) è che ci siano le evidenti tracce della stabilizzazione dell’attuale maggioranza populista. Non si tratta solamente di un moto di protesta contro chi è stato al potere fino a ieri: la coalizione giallo-verde è stata votata da 6 elettori su 10 perché risponde culturalmente alle istanze di una grande fascia di popolazione italiana.

Michele Boldrin
A ben vedere, continua l’economista, la fusione tra M5S e Lega porterebbe alla nascita di un formidabile “Partito della Nazione”, quello che paradossalmente sperava di creare Renzi unendo destra e sinistra tradizionali e lo stesso cui ora stanno puntando gli ideologi della Casaleggio ed Associati.
Questo governo nasce sotto il triplice segno del Nazionalismo ideologico (“prima gli italiani”, “fermare l’invasione”, “basta diktat da Bruxelles” …), del Socialismo economico (“contro il mercato globale”, “contro il neoliberismo”, “più stato e più spesa” …) e del Populismo politico (“uno vale uno”, “noi siamo i difensori del popolo”, “basta tecnici, decide il popolo” ….).
La forza di questi slogan non deriva solo da un’efficacie campagna elettorale, ma dal fatto che sono largamente condivisi e preferiti dal popolo italiano rispetto a idee più moderate ed elevate, che col tempo hanno perso valore dato che il potere immancabilmente per anni ha sempre tradito alla prova dei fatti le belle parole delle promesse.
Boldrin, oltre ai 3 elementi populisti che hanno già dimostrato di essere vincenti, aggiunge un quarto pilastro costituito dal Moralismo Cattolico, che, per quanto non così evidente al momento, potrebbe costituire il collante che darebbe la vita ad un vero e proprio Partito della Nazione in grado di essere sulla scena per molto tempo.
La conclusione del professore è amara: chi pensa di spaventare l’attuale classe di governo con lo spauracchio dello spread e del default sbaglia completamente.
Se capitasse, se l’Italia andasse in default, dopo sarebbe solo peggio e la radicazione del pensiero che ha generato l’ondata populista si rafforzerebbe ulteriormente.
Solo che lo farebbe in un Paese povero anche economicamente oltre che culturalmente…