Bancarotta e mendacio bancario, queste le ipotesi di reato su cui lavora il PM Paola de Franceschi, che sta indagando sul Mediocredito Fvg.

Ieri mattina la Guardia di Finanza ha avuto accesso alla sede di Udine dell’Istituto bancario regionale, dove ha sequestrato numerosi documenti.

L’inchiesta è stata avviata qualche mese fa sulla scorta dei risultati di una delle ispezioni condotte da Bankitalia negli uffici di via Aquileia, a Udine. Una ventina i militari delle Fiamme gialle impegnati nella perquisizione conclusasi  con il sequestro di diversi fascicoli inerenti una serie di operazioni di finanza – alcune con esito negativo, altre completate con successo – e di altro materiale, sia in forma documentale che informatica, utile a ricostruire la movimentazione di denaro degli ultimi sette-otto anni.

La situazione disastrosa del Mediocretito Fvg, nonostante le continue rassicurazioni dei vertici regionali, è quindi sotto l’attenzione della magistratura.

L'ingresso della sede udinese del Mediocredito

L’ingresso della sede udinese del Mediocredito

Solo lo scorso maggio, la Regione Fvg aveva immesso oltre 50 milioni di euro nelle casse dell’Istituto bancario per evitarne il tracollo e nello stesso periodo si era innescata una battaglia tra l’attuale CdA guidato da Cristina Compagno, che aveva fatto causa contro la precedente gestione, quella di Flavio Pressacco. (clicca qui per leggere l’articolo di RobinUd sull’argomento)

Pare comunque che le indagini attualmente esperite dalla magistratura non riguardino i tempi in cui presiedeva Pressacco (ovvero dal 2005-2008) essendo le indagini mirate a periodi più recenti.

Più di recente era invece la notizia della cessione di una grossa parte dei crediti deteriorati del Mediocredito ad una multinazionale americana (clicca qui per vedere l’articolo del Messaggero Veneto del 2 settembre 2017).

Alla responsabilità politica e amministrativa del disastro del Mediocredito Fvg, ora si aggiunge dunque quella penale.