Il Prefetto di Udine ha momentaneamente sospeso il bando per la gestione di 550 profughi tra le caserme Friuli e Cavarzerani, che quindi riceveranno un numero di ospiti maggiore di quello attuale.

Si tratta, come scritto sul sito web della Prefettura, di una sospensione di 30 gg. per verifiche giuridico-amministrative (spiegazione che è eufemistico definire vaga…), ma il problema non è stato risolto, solo rinviato.

La gara prevede infatti un incremento del numero dei profughi che verranno gestiti nelle due principali strutture della città, con un affido milionario che – secondo il timore di molti – potrebbe rendere appetibile l’affare anche per le famigerate cooperative di fuori regione, che potrebbero spuntarla sulla Croce Rossa di Udine, attuale appaltatrice, sulla cui buona gestione fino ad ora pare non ci siano state critiche.

Il tutto cade nell’imminenza della campagna elettorale per l’elezione del Sindaco ed è ovvio che per Honsell e la sua parte, questa sospensione sia gradita, ragion per cui molti pensano che la soluzione della Prefettura abbia anche una connotazione politica, allontanando un problema senza tuttavia trovarne una soluzione.

Nel frattempo il notevole numero dei profughi in città crea altre proteste. Alla scuola media Valussi di via Petrarca infatti si tengono alcuni corsi di italiano per stranieri durante l’orario scolastico dei ragazzi. La Valussi  è infatti anche sede del Cpia, il Centro provinciale per l’istruzione degli adulti che, tra le varie proposte, organizza lezioni di alfabetizzazione rivolte alle persone straniere.

All’istituto accedono quindi, anche al mattino, decine di richiedenti asilo, prevalentemente di età adulta, con ovvia perplessità delle famiglie dei ragazzi, che normalmente occupano in esclusiva gli spazi scolastici.

Nel corso dell’ultimo consiglio di una delle classi interessate, i genitori hanno vivamente protestato, manifestando la propria contrarietà al fatto che i propri figli frequentino una scuola frequentata da profughi: il problema segnalato riguarda soprattutto la condivisione di spazi comuni come il corridoio e la toilette.

Comunque lo si voglia vedere, quello dei profughi in città è un problema che non si può nascondere sotto il tappeto durante la campagna elettorale.