Da anni si predica la semplificazione, in materia tributaria e fiscale, la cui farraginosità è un peso che schiaccia i contribuenti italiani quasi più dell’elevata imposizione stessa.

 

Ebbene, la risposta del nostro legislatore e dei suoi burocrati a questa evidente necessità è stata semplicemente terrificante: secondo lo studio presentato in questi giorni dalla CGIA nel 2016 sono state prodotte circa 2.000 nuove pagine di norme inerenti il fisco, che vanno in parte a sostituire ma soprattutto ad aggiungersi a quelle già esistenti.

 

Una quantità enorme di leggi, cavilli, postille, disposizioni, circolari. Solo per contarle, il centro studi della CGIA ha dovuto impiegare quasi un anno.

 

Nel 2016 infatti sono stati approvati 11 leggi e decreti legge di natura fiscale che a loro volta, hanno modificato 110 normative esistenti. Nello anno sono stati emanati ben 36 decreti ministeriali – tre ogni mese – composti complessivamente da 138 articoli. Il direttore dell’Agenzia delle entrate ha apposto la sua firma su 72 provvedimenti mentre gli uffici competenti del ministero delle Finanze e della stessa Agenzia delle entrate hanno pubblicato 50 circolari e 122 risoluzioni che, messe tutte assieme, formano appunto l’enorme malloppo di circa 2 mila pagine di testo, necessarie per essere aggiornati rispetto alle novità fiscali del 2016.

 

La CGIA (clicca qui per vedere il comunicato sul sito della Confartigianato) sottolinea inoltre un ulteriore aspetto:

 

Oltre ad avere un peso fiscale in Italia che rimane tra i più elevati tra i paesi più industrializzati, rimane altrettanto inaccettabile che il grado di complessità raggiunto dal fisco scoraggi la libera iniziativa e la voglia di fare impresa. Oltre a ciò, la CGIA tiene a precisare che non è nemmeno più rinviabile una riflessione sull’assetto della Magistratura giudiziaria che coinvolga non solo gli addetti ai lavoro