Un fatto avvenuto a Torino durante l’anno scolastico in corso rappresenta al meglio lo status attuale della civiltà dei diritti, dove ognuno reclama sempre maggiori diritti, ma rifiuta ogni dovere.

Alcuni ragazzi di una scuola media decidono di fare uno scherzo di cattivo gusto ad un loro compagno disabile, cercando di abbassargli i pantaloni. Un’insegnante li coglie sul fatto, pone fine allo scherzo e punisce i due colpevoli con una nota sul diario…

Non sia mai!!! L’infamia non viene accettata dai genitori dei due bulletti (come definirli altrimenti?) che infatti invitano la professoressa a scusarsi per aver osato sgridare i piccoli buontemponi. Salomonicamente il preside risolve la tenzone punendo tutta la classe e stendendo un velo pietoso sulla vicenda. (clicca qui per leggere l’articolo intero sulla Stampa)

L’episodio è secondo me indicativo del decadimento morale che la nostra società soffre a causa dell’eccesso dei diritti, di cui ognuno non è mai sazio. Si è giunti a un punto che,  parafrasando la famosa frase del cinema “c’è una sola regola, non ci sono regole”, potrebbe essere così riassunto:

il primo diritto è di non avere doveri

Dunque i genitori hanno diritto che il figlio venga educato, coccolato, fatto crescere, protetto, viziato ma i genitori non hanno nessun dovere educativo e nemmeno i figli hanno il dovere di comportarsi bene, bensì il diritto di non essere maltrattati, di non essere bocciati, di non essere puniti e quindi di non essere traumatizzati con vetuste pretese di disciplina.

La furberia, la pretesa, l’arroganza divengono un diritto e ciò si riverbera ovviamente in tutte le sfere della società, da cui il quesito:

i politici che tanto critichiamo (il più delle volte a ragion veduta, ahimè) sono davvero così diversi da noi normali cittadini?

Giordano Bruno – RobinUd

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