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Trieste capitale della Scienza 2020, si cercano finanziatori privati

Trieste sarà la Capitale europea della scienza 2020, come annunciato pochi giorni fa dal professor Stefano Fantoni, presidente della Fit – Fondazione internazionale Trieste, istituzione che aveva avanzato la candidatura della città.

Trieste si è imposta sul tandem olandese Leida-L’Aia.

Un team di sessanta persone ha lavorato per mesi sul progetto, presentato ufficialmente lo scorso 29 giugno a Strasburgo. Fantoni e la delegazione hanno sostenuto le ragioni del capoluogo giuliano di fronte ai commissari dell’EuroScience, l’ente dell’Unione europea che assegna il titolo.

Il progetto prevede la trasformazione dell’area di Porto vecchio attorno al Magazzino 26 e alla Centrale idrodinamica e alla Sottostazione elettrica: per Trieste città europea della scienza è prevista la realizzazione di cinque auditorium, un’ampia piazza, un’area food, sale convegni e zona esposizioni al coperto.

La candidatura sfidante, quella olandese, partiva da posizioni forti e quindi la commissione ha voluto prendersi del tempo per arrivare a una decisione definitiva. Il duo Leida-L’Aia, infatti, costituisce un agglomerato di primissimo livello nel panorama della ricerca europea. La candidatura triestina ha avuto la meglio probabilmente grazie alla tradizione della ricerca e della diplomazia scientifica cittadine, da tempo d’eccellenza nel settore.

Ora che Trieste è stata scelta, Fantoni ha spiegato che è necessario raccogliere i fondi per il progetto, per la cui realizzazione è stato preventivata una cifra compresa  fra i 4,2 e i 4,7 milioni di euro, per raggiungere la quale, Fantoni confida nel supporto dei privati.

La Fondazione CRTrieste e la Fondazione Beneficentia ci hanno già aiutato per partire . Sono convinto che questi e altri potenziali finanziatori privati continueranno a supportarci. La quota minima di fondi privati prefissata dagli organizzatori è di almeno 500mila euro, ma vorremmo arrivare al milione. Toccherà quindi alle realtà presenti sul territorio, basti pensare al mondo dell’industria o delle assicurazioni, decidere se contribuire all’evento. Una volta che avremo degli uffici in Porto vecchio, metteremo in piedi da subito un istituto che potremmo chiamare “pro-Esof”. Servirà a sviluppare in forma di workshop i temi dell’evento assieme ai ricercatori dell’Europa orientale. Sarebbe uno strumento di base per costruire nella pratica, e non solo a parole, la vocazione internazionale dell’evento di Trieste, è la valutazione dello scienziato. Per farlo dobbiamo coinvolgere le persone in progetti veri, facendole venire qui a Trieste. Gli ambiti da trattare in questa attività sono tanti, dalla comunicazione scientifica al rapporto fra scienza e società, politica, impresa. È un aspetto non facile del nostro lavoro, su cui dobbiamo metterci all’opera da subito.

Ha dichiarato Fantoni, specificando che la Regione e gli enti locali hanno già garantito il supporto per quanto invece riguarda l’impegno a loro richiesto, che per quanto concerne la Regione dovrebbe aggirarsi intorno al milione e 200 mila euro. Un altro milione dovrebbe invece arrivare dal Ministero dell’Istruzione.

 

 

 

Foto anteprima di Michele Grimaz (@mighele_)

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